di Fausto Vitaliano – Bompiani edizioni
Dimenticarsi tutto, ricordare troppo, selezionare la versione da dare della propria vita, aggrappandosi ai torti subiti, ai diritti da rivendicare. La vita di Americo va avanti, dalla Calabria a Milano, ma quel bambino, figlio di padre mai conosciuto, non smette di sentirsi tale e chiedere risarcimento. La via del lupo, edizioni Bompiani, di Fausto Vitaliano è un romanzo sulla difficoltà di pacificarsi, che è l’altra faccia dell’ostinazione a identificarsi sempre con la storia che abbiamo raccontato di noi, unilaterale, perfezionata di narrazione in narrazione. “Preferisco quella versione, è più comoda, mi dà modo di potermi lamentare, di reclamare torti ed esigere rimborsi”, dice il protagonista.
Americo fa lo scrittore, le sue trame progrediscono meglio della vita, ferma al palo di quando da bambino la madre sposò il padre del suo migliore amico Elvo che a dodici anni scomparve.
Sono passati trent’anni, ma quel sentimento di abbandono e tradimento Americo se lo porta dietro, lo alimenta. Americo rimane chiuso in un bosco mentale, ma che un tempo era reale, dove si rifugiava con Elvo costruendo, insieme, un mondo parallelo fatto di complicità, iniziazione, scontro e scoperta dell’altro da sé.
C’è solo un’altra persona capace di trasportarlo in un altrove tanto surreale quanto autentico: la vicina di casa Agostina, un’anziana signora che ha vuoti di memoria e scambia, a tratti, Americo per il defunto marito Orlando. Il rapporto fra i due diventa lo spazio della fantasia delle storie inventate, ma anche del ricordo, della ricostruzione e della ricerca del pezzo mancante, come nel gioco dei puntini da annerire, alla ricerca di un’immagine finale che fino a un certo punto è informe, fuorviante, inafferrabile. Entrambi si raccontano con i mezzi che hanno, con i buchi di memoria, i riempitivi e la mitopoiesi di cui le persone sono capaci.
C’è un’altra donna nella vita di Americo, Shiv, una scozzese che prende in gestione la trattoria dove lui metodicamente pranza. Shiv è pragmatica, sintetica, lucida, diretta. Non indulge al piagnisteo, nonostante il gioco di sottrazione a cui la vita l’ha sottoposta. Non crede nella “prima colpa” che tanto piace ad Americo, “sono scemenze che vi inventate voi scrittori (…). Ciò che deve accadere, accadrà. Noi non decidiamo niente. Le cose vanno come vogliono loro”. È Shiv a mettere Americo di fronte al fatto che si trova ancora nascosto in quel bosco, ancora aggrappato a quella versione di sé bambina, offesa, racchiusa. Gli fa capire che mancano ancora spazi da annerire per intravedere la figura finale. “Voglio vedere cosa salta fuori da te”, gli dice, “voglio vedere se vali la pena (…). Non ho tempo da perdere e di scopare posso anche fare a meno”.
Americo parte per un lungo viaggio e ciò che troverà, non sarà altro che un’altra versione della storia e della sua vita, i pezzi mancanti non anneriti, le voci degli altri. E finalmente il perdono.
Fausto Vitaliano presenterà La via del lupo venerdì 13 settembre, dalle 19.30, alla rassegna organizzata alle Antiche Distillerie di Pincara (Rovigo).