Loriano Macchiavelli - Funerale dopo Ustica - recensione

Funerale dopo Ustica

di Loriano Macchiavelli – Sem edizioni

“Sono convinto che questa versione abbia oggi una suggestione evocativa molto più forte che nel 1989. Oggi che possiamo vedere gli avvenimenti, distanti da noi nel tempo, con uno sguardo più pacato e con un dolore sempre acuto ma meno condizionato dalla tragedia che avvenne sul mare di Ustica in quel fatale 27 giugno del 1980, e proprio per questo più profondo e più critico”.
La nota di appendice firmata da Loriano Macchiavelli a Funerale dopo Ustica (Sem), romanzo rivisto e ristampato dopo la prima edizione del 1989, illumina la comprensione di questo romanzo dove i fatti – reali – sono raccontati e visti, dopo quarant’anni, nel contesto politico, sociale, culturale di cui erano il prodotto. Funerale dopo Ustica abbraccia la storia d’Italia tra il 1969 e il 1980, tra l’eversione di destra e di sinistra, la destabilizzazione di un ordine tramite i garanti di quell’ordine stesso.

Loriano Macchiavelli - Funerale dopo Ustica - recensione

Politica, magistratura, esercito e media sono i gangli da cui parte una cospirazione che ha come obiettivo il capo dello Stato. La manipolazione dell’opinione pubblica è fondamentale per l’acquisizione del consenso, per una nuova legittimazione del potere.
Il tenente Stefano Degiorgi, uomo onesto dei servizi segreti, è coinvolto in una missione in cui la fiducia negli altri non può più esistere: la corruzione e la contaminazione fra bene e male lo rendono un uomo solo che non rinuncia al suo compito di proteggere la vita del capo dello Stato e dare la caccia a colui che è incaricato di ucciderlo.
C’è un Vertice che manovra gli apparati dello Stato, sta sopra a tutto e pare conoscere tutto, un’entità fatta di figure apicali che hanno un obiettivo: sfiduciare le masse, screditare le strutture dello Stato, creare caos affinché poi un nuovo ordine sia costituito.

Tra le pagine di una vicenda di spionaggio, Loriano Macchiavelli semina uno sguardo critico verso la storia d’Italia e si compie così quel ruolo della “fantasia che tiene d’occhio la storia” come l’autore ha scritto nelle note finali, una fantasia che lascia il posto a una lettura dei meccanismi di costruzione e manipolazione dell’opinione pubblica, non più intesa come sfera di partecipazione ed espressione della democrazia, quanto piuttosto come luogo di formazione del consenso.
Stefano Degiorgi si muove tra Italia, Spagna, Marocco, Francia per inseguire un killer, ma anche per scappare alle accuse di terrorismo che gli sono state mosse. Stefano è messo alla prova come agente e come uomo: isolamento, rinuncia agli affetti, alla donna amata, Mila, alienazione rispetto a qualsiasi tipo di legame sono le uniche condizioni per andare avanti nella missione. Una missione che non si esaurisce nella caccia all’uomo, ma include la costante riflessione su cosa sia bene e cosa male.
La strage di Ustica del 27 giugno 1980 è uno dei misteri d’Italia che Loriano Macchiavelli ha inserito in un romanzo, a cui hanno fatto seguito Strage e Noi che gridammo al vento, libri che raccontano eventi drammatici della storia d’Italia di cui molta parte della verità rimane sommersa.

Loriano Macchiavelli, intervistato da Riccarda Dalbuoni, presenterà Funerale dopo Ustica il 12 novembre alle 19.45 al festival Trebbo di nero, biblioteca comunale di Trebbo di Reno (Bologna).

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