Olga Gambari - Il nome segreto - recensione

Il nome segreto

di Olga Gambari – Miraggi edizioni

“Quante vite siamo, potremmo essere, abbiamo il coraggio di scegliere e vivere? A quante si rinuncia? Come si fa a riconoscere quella giusta, che era o sarà più adatta a noi?”
Tante versioni di sè abitano Eva, una giovane donna che ricomincia ogni volta, secondo una palingenesi continua che le fa cambiare nome, città, nazione, lavoro. Fuga o crescita? Abbandono o gemmazione aggiungendo a ogni versione un retaggio della vita precedente? Si può davvero ricominciare del tutto, cambiare pelle? O, piuttosto, si procede per tentativi di fare luce sulla multiforme complessità umana che ci abita?
Olga Gambari, nel romanzo d’esordio Il nome segreto (Miraggi edizioni) parla, con coraggio, di una libertà faticosa, quella tutta interiore di fare coesiste molte versioni dell’essere, spogliandosi di una visione monoculare e limitata della vita.

Olga Gambari - Il nome segreto - recensione

Eva vive un profondo lutto, nella prima adolescenza, a seguito della morte della sorella Sara, tragedia che avvenne sotto i suoi occhi. Di Sara, in famiglia, nessuno vorrà più parlare, calerà un oblio complice fra i genitori ai danni di Eva. La ragazzina smette di parlare, perde interesse per il cibo, è attorniata da un’anaffettività devastante per la sua crescita. Dopo la maturità, i primi viaggi, l’allontanamento da una famiglia che per sopravvivere a un dolore immenso, ne ha scavato un altro, profondissimo nell’altra figlia. Eva viaggia per l’Europa, si fa chiamare in tanti modi: “come ogni volta, arriva in un aeroporto o in una stazione che spesso non ha mai visto. Scende, cammina per la città, si trova una stanza qualsiasi, dove sprofondare per un po’, piccoli letarghi. Nè bene nè male. È pronta a seguire la vita, dove la porta. Senza aspettative, curiosità, ansie. Le vite la trovano sempre. Lei le trova sempre. È una rabdomante, una vampira, una sacerdotessa di vite”. 

Una città, un nome, una vita. Dora, Nefer, Blu, Mia, tutte le identità coesistono e coabitano nel suo condominio interiore: si sono affacciate alla vita reale e poi sono rientrate, a vivere dietro le quinte. C’è un equilibrio apparente, costantemente minacciato dalla presenza dell’Idra, l’ultima inquilina, innominata, una bestia sottochiave che si nutre di scarti e tutte temono perchè ciò che siamo stati non ci abbandona mai, è pronto ad affacciarsi. E quando l’Idra esce dallo scantinato, c’è solo Eva a fronteggiarla.


La protagonista, nei panni di Nefer, ha rivisto Lupo, conosciuto a Berlino, figlio di fricchettoni, che ha scelto la vita apolide del circense. Lupo, fine tiratore di coltelli, affonda con precisione dentro Nefer. Lupo sa leggere tutti quei volti, interpreta quel continuo camminare come una “resistenza sottile” che si adatta per vivere sottraendosi ai colpi. I due appaiono simili: mai stanziali, andati via volontariamente dalla famiglia di origine perchè non potevano fare altrimenti. Dopo un periodo di frequentazione, Nefer ha bisogno di mettere distanza, allontanarsi anche da Lupo, ma per una metà diversa, il ritorno a casa, al grado zero del dolore. Eva per potere andare avanti, ha bisogno di riprendere da dove tutto è finito, dal silenzio imposto dopo la morte di sua sorella Sara. È il momento di affrontare i genitori, conoscere le motivazioni che non ci sono se non per un tentativo di sopravvivenza. Eva vuole sapere, ricordare, potere pronunciare quel nome liberamente e farlo riaffiorare. Manca ancora qualcosa perchè tutti i demoni siano domati. Manca guardare in faccia con coraggio l’Idra e capire finalmente cosa ci stia dietro e svelare il suo nome segreto anche a Lupo.

Olga Gambari si occupa di arte come curatrice indipendente, critica e giornalista. Collabora con la Repubblica e Il Giornale dell’Arte. È stata direttrice artistica di The Others Art Fair, del festival internazionale di arte indipendente Nesxt e direttrice responsabile del progetto editoriale artesera.it. Nel 2021 ha diretto Paratissima. Insegna Storia dell’arte contemporanea e Fenomenologia delle arti contemporanee allo Ied – Istituto Europeo di Design. Ha curato mostre e progetti artistici multidisciplinari. 

Olga Gambari presenterà Il nome segreto venerdì 12 aprile alle 18 al Festival delle parole Grisù 451.

Facebook
Twitter
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.