di Stefano Bonazzi – Alessandro Polidoro editore
Una confessione, un flusso di coscienza di un ragazzino, Francesco, che a tredici anni ha subito e agito nello squallore di una famiglia cannibale. Alan, un educatore, passa ore con Francesco dentro una struttura protetta da dove l’adolescente racconta la sua storia senza filtri. Titanio, di Stefano Bonazzi (Alessandro Polidoro editore) è un romanzo che mette Alan e il lettore sullo stesso piano: a ricevere la verità, la versione di chi è cresciuto senza l’orizzonte del bene, senza la protezione naturale dei genitori, ma con la guardia sempre alzata verso il mondo.
Francesco, con quello sguardo che mette all’angolo, chiede ad Alan un patto di lealtà per andare avanti: raccontare è ricordare, ammettere, rivivere, capire che la famiglia è “una cosa che si divora da sola”, che i tuoi genitori possono rinchiuderti in cantina per punirti e non vedono la mostruosità che stanno compiendo, “i mostri non erano quelli là fuori. I mostri erano dentro. Nelle case”. Alan non riesce a scrollarsi di dosso il vissuto di Francesco, se lo porta dentro, “come il pensiero delle cose irrisolte” perché irrisolte non sono solo le conseguenze degli atti distruttivi che Francesco poi ha compiuto, ma quel suo essere perduto e lucido, disilluso eppure alla ricerca di qualcuno di cui fidarsi ancora. A Francesco non è stata concessa un’istruzione e allora se la procura da sé leggendo in modo onnivoro tutto ciò che trova e condivide con Stella, coetanea e unica persona che vive la stessa condizione di emarginazione e privazione di diritti fondamentali.
Non c’è solo Francesco a guidare la storia di Titanio con una retrospettiva sulla sua vita, sul degrado del quartiere La ciambella. C’è anche un uomo che si risveglia completamente ustionato e accudito da una strana infermiera. Il ritmo del romanzo alterna voci e personaggi e solo sul finale, tutto potrà convergere e risolversi. Francesco detta i tempi della conclusione della storia, del mistero che avvolge un uomo scomparso e di come un ragazzino scelga di porre fine a un inferno, creandone un altro.