Andrea Molesini - Il rogo della Repubblica - recensione

Il rogo della Repubblica

di Andrea Molesini – Sellerio editore

“I lupi riconoscono i lupi”. È il primo approccio fra Boris da Candia e una maga, la donna con cui il protagonista de Il rogo della Repubblica, Sellerio, di Andrea Molesini, trascorrerà parte del suo tempo. A pronunciare quella frase, con “voce dolce, colta, che nasconde ferocia” è lei, una donna che conserverà mistero, ma anche, libertà e perciò fascino agli occhi di Boris, umanista, spia della Serenissima. .

Andrea Molesini - Il rogo della Repubblica - recensione

Boris, nella Venezia del 1480, sta indagando su quale sia la verità che ha coinvolto l’archinasogo Servadio e altri due ebrei, accusati e imprigionati per avere ucciso un bambino e avere impastato col suo sangue le focacce pasquali.
Boris, per compiere la sua missione, deve ascoltare e parlare con una umanità varia, passando dal postribolo ai palazzi intellettuali e la sua anima di lupo ringhierà spesso da dentro.
Attorno serpeggia un odio sociale verso gli ebrei e la loro forza economica, odio fomentato dalla predicazione religiosa di Bernardino da Feltre, in grado di orientare l’opinione pubblica verso un nemico, quel nemico da condannare e vedere giustiziato.
L’esecuzione di piazza è ancora spettacolo, attrazione a cui assistere, portando anche i bambini.
Ed è uno di quegli ebrei condannati a morte, a parlare al lupo di Boris:

Giacobbe, prigioniero torturato, sente il turbamento di Boris chiamato a portare a compimento una missione, Giacobbe capisce che il lupo non ha la forza di andare avanti “ed è una sorpresa per voi, che vivete cercando di evitare la vostra anima; ma ricordate, quella parte dell’anima che non conosciamo, e che con cura ogni giorno evitiamo d’incontrare, è sempre là, in agguato, pronta a manifestarsi, quando meno ce l’aspettiamo”. Giacobbe fa in modo che Boris non si lordi l’anima del tutto e Boris, l’uomo che vive “d’inganno e di rapina” esce dall’incontro in cella con Giacobbe, sconvolto, fiaccato, vaga nella notte ramingo con addosso il fetore dell’altro. L’approdo sarà al locale della Sora Bigotta, una meretrice, a cui Boris può confessare che quella notte un uomo lo ha ucciso con la sua bontà.

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