Alessandro Berselli - Il liceo - recensione

Il liceo

di Alessandro Berselli – Elliot edizioni

“Insegnare non è soltanto conoscere una disciplina e trasmettere agli altri il proprio sapere. Entrare in classe e lavorare con gli studenti vuol dire anche comprendere la loro complessità emotiva e psicologica. Se un educatore non capisce questa cosa, la sua missione fallisce miseramente”. Lorenzo Padovani, giovane insegnante di filosofia e storia in un prestigioso liceo milanese, protagonista del romanzo Il liceo di Alessandro Berselli, edizioni Elliot, fa sua, sin dal primo giorno, la missione di educare, nel suo valore più etimologico: condurre fuori da quella complessità i suoi studenti per poterli comprendere. I giovani del liceo Modigliani vivono l’esclusività di un istituto concepito per proiettare le menti migliori verso carriere di successo e posti di comando nella classe dirigente del futuro. Ma le fragilità adolescenziali sono esasperate dalle aspettative delle famiglie, da quel mondo degli adulti che solo apparentemente sembra essere il mondo degli ottimati.

Alessandro Berselli - Il liceo - recensione

Lorenzo, di età poco più grande dei suoi studenti, accoglie i turbamenti di una ragazzina, Anastasija, che di lì a poco precipiterà da un balcone. La prima ipotesi investigativa è suicidio, ma Lorenzo ha qualche elemento di conoscenza in più e sospetta ben altro. L’indagine a latere che il professore conduce sulla morte di Anastasija, è in realtà una prova di resistenza a un ambiente in cui non si riconosce. La scoperta della verità sulla caduta dal balcone di Anastasya è anche il disvelamento di cosa ci stia dietro alla bolla di perfezione artatamente costruita per il buon nome del liceo. Lorenzo, trovandosi in quella terra di mezzo tra gli studenti e i vertici dirigenziali del Modigliani, ha la libertà e la coscienza di non fermarsi di fronte alla strada che potrebbe arrivare alla verità più scomoda.
Gli adulti che hanno preteso l’eccellenza dai loro figli, sono scoperti per quello che sono: uomini fragili e fallaci.

L’incarico al Modigliani diventa anche, per il professore, l’incontro con una nuova idea di amore: Lorenzo non si è mai innamorato sul serio, “per una scelta ben precisa” in quanto “l’amore è un sentimento che se non gestito in modo corretto ti distoglie dagli obiettivi prioritari”, però al Modigliani conosce Milena, collega di matematica, capace di farlo capitolare mostrandosi autentica e diretta, personalità per nulla in linea con l’etica bolsa del liceo.

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